Da quasi tre secoli sul pavimento della basilica di Santa Maria degli Angeli, una grande meridiana segna il passare del tempo e lo svolgersi delle vicende umane. Ma da molti anni questo monumento della scienza e dellarte è caduto nelloblio quasi completo, trascurato e negletto anche dai più attenti visitatori della basilica; solo qualche sparuto frettoloso turista di tanto in tanto si sofferma incuriosito a interrogarsi sugli splendidi disegni dei segni zodiacali, cercando inutilmente di capire il significato di tutti quei numeri allineati tra di essi e lo scopo di quellopera che misteriosamente attraversa in diagonale tutta la basilica.
Possiamo intravedere nello sviluppo delle grandi meridiane tre ordini fondamentali di motivazioni:
la necessità di dare agli astronomi adeguati osservatori per le loro ricerche;
lopportunità di dare alle popolazioni delle città evolute il segnale delle ore 12, necessario per regolare gli ormai diffusi orologi meccanici;
lesigenza della Chiesa Cattolica di controllare i moti celesti, per garantirsi della correttezza del calendario ai fini della data di Pasqua. Infatti, il Concilio di Nicea, nel 325 d.C., stabilì che "tutte le chiese avrebbero celebrato la Pasqua la domenica che segue il plenilunio successivo allequinozio di primavera".
La grande meridiana di Santa Maria degli Angeli in Roma rientra certamente in questa categoria di strumenti, motivati esclusivamente da esigenze di carattere religioso. Nel 700 il Papa Clemente XI fece costruire dal Bianchini la bellissima meridiana di Santa Maria degli Angeli a Roma, realizzata nel 1702. Bianchini scelse lassetto che gli aveva dato Michelangelo nel 1566 e prese come modello la meridiana di San Petronio del Cassini a Bologna. La meridiana fu quindi inaugurata il 6 ottobre 1702. Ma a causa del rimaneggiamento effettuato nel 1749 dal Vanvitelli, limpianto perse un po del suo carattere di osservatorio astronomico; una recente lapide segnala che la meridiana è servita da orologio fino al 1846 quando fu sostituita dal cannone del Gianicolo.
Limpianto è una meridiana doppia, costituita da due gnomoni, uno boreale e laltro australe. Quello australe comprende un foro sulla parete Sud, dal quale penetra un raggio del Sole quando questi passa al meridiano superiore. Il foro gnomonico è situato a 20.30 metri daltezza; le dimensioni dellellisse variano da 22 a 110 cm a seconda della declinazione del sole; la precisione della lettura allistante del transito dipende dalla nitidezza della macchia e dalla velocità con la quale si sposta, che si aggira intorno a un paio di secondi. La linea meridiana è materializzata da una striscia di ottone al centro della quale è incisa una sottile riga che individua la meridiana vera e propria; la lunghezza di questa meridiana è di 44 m di cui 38 sono utilizzabili. Dallo gnomone boreale si poteva osservare la Stella Polare, ma con il restauro vanvitelliano il foro è stato eliminato. Naturalmente, quanto più alto era il foro gnomonico tanto maggiore era la precisione delle osservazioni e quasi tutte le grandi meridiane furono installate nelle chiese perché allepoca queste erano gli unici edifici in grado di ospitare impianti del genere. Lungo i lati della meridiana troviamo dei riquadri nei quali vengono raffigurate le costellazioni, in corrispondenza dei punti di una tangente in cui la macchia solare transita quando il Sole entra nel rispettivo segno zodiacale. A sinistra della striscia di ottone è indicata la distanza zenitale dellastro espressa in gradi che si proietta in quel punto, e a destra è indicata la sua tangente trigonometrica.
Il punto della meridiana corrispondente allequinozio (declinazione del Sole "0", centro dei segni zodiacali Ariete e Bilancia) rappresenta un punto fondamentale dello strumento e si può anzi dire che, dati gli scopi di questa meridiana, esso da solo giustifichi lesistenza di tutto limpianto. Su questo punto passa esattamente il centro della macchia solare nel momento dellequinozio, qualora questo si verifichi esattamente alle ore 12 locali di quel giorno. Il costruttore ha voluto giustamente sottolineare il significato del punto equinoziale, disegnando su di esso limmagine completa (ombra + penombra) dellellisse prodotta dal raggio solare. Poiché per altro il passaggio del Sole allequinozio allesatta ora 12 locale potrebbe essere solo un caso fortuito, Bianchini ha inserito nel disegno dellellisse una gradazione che, al momento del passaggio del Sole in meridiano, sfalsato rispetto allellisse disegnata in terra, indica con buona esattezza quante ore prima si è verificato lequinozio o quante ore dopo si verificherà.
Naturalmente, la stessa ricerca si può fare misurando la "tangente" del Sole alle ore 12; da questa si passa alla declinazione in quel momento, indi si deduce lora della declinazione "0", cioè dellequinozio. Per marcare ancora di più limportanza del punto equinoziale e per facilitare le osservazioni di esso, sulla sinistra della linea meridiana in corrispondenza del punto equinoziale si allunga una serie di stelline incastonate nel pavimento che indicano il percorso della macchia solare mentre si avvicina al transito sul meridiano equinoziale. In sostanza queste stelline segnano sul pavimento limmagine dellequatore e la loro congiungente è pertanto una linea retta.
La meridiana costituisce un grande impianto per losservazione delle stelle che veniva effettuato con cannocchiali lunghi fino a 20 metri. Un altro elemento astronomico inserito in questo impianto era la durata del giorno, dal sorgere al tramonto. Il Bianchini ha voluto evidenziare dei punti che rappresentano date importanti: un esempio è costituito dai punti che segnano il limite massimo in cui può oscillare la data della Pasqua.
La meridiana ha subito numerosi danni, come ad esempio la scomparsa della maggior parte delle scritte e la scandalosa risistemazione della striscia dottone che materializza la meridiana e riporta le misure delle tangenti. La grande meridiana di Santa Maria degli Angeli necessita dunque di vari interventi di restauro come il rifacimento degli spezzoni danneggiati, il riassemblaggio corretto della striscia e la risistemazione delle stelline sulle costellazioni in gran parte scomparse, dando così alla grande meridiana della basilica romana di Santa Maria degli Angeli una nuova vita.